Alla fine sono le piccole cose a illuminare una giornata. E penso immediatamente alla deliziosa colazione di questa mattina, seduta nell'accogliente salottino del Bar Bramardi di Piazza Galimberti. Non sono solo le poltroncine foderate di stoffa rossa e dorata; non è solo il mio cappuccino fumante e soprattutto quella meravigliosa brioche alla nutella. E' che con me, in quel momento, ci sono Viola e Silvia. Fuori il freddo delle otto meno dieci e tutta Cuneo che si srotola sotto i portici, nell'aria grigia di questo giovedì di fine ottobre; dentro noi tre intorno al tavolino, e le chiacchiere che sciolgono il sonno che ci siamo portate da casa. Tra mezz'ora si timbra e si parte, io salirò le scale con il registro in mano e la borsa di stoffa piena di quaderni; ma ora questo momento di colazione si dilata in uno spazio che va al di là dei minuti, e lascia posto semplicemente allo straordinario piacere di incominciare il nostro giovedì insieme.
Poi tutto va, magicamente, in questa direzione. In classe svelo ai fanciulli di aver scritto di loro su questo blog. Ho distribuito alcuni post pubblicati in questi giorni e mi sorprendo nel vederli leggere e trovare i loro nomi. Luca dice: "Ma prof ! Ha scritto proprio quello che avevo detto!" rido, perché, caro Luca, come vedi lo sto rifacendo. Dunque si parla anche di voi, ragazzi miei, siete diventati le mie muse ispiratrici. E quanto a ispirazione siete di una generosità disarmante: posso attingere come acqua da un pozzo. Mi viene in mente ad esempio, per sigillare questo post con le mie novantotto gru piegate fino ad ora, una chicca di questo tardo pomeriggio. Florin che mi dice:"Guardi prof, c'è un poliziotto (di un corso di formazione per vigili urbani, presso le Scuole Lattes, n.d.a.) che ha preso qualcosa alla macchinetta delle merendine e la macchinetta gli ha fregato i soldi..sta continuando a schiacciare il bottone.." e mentre lo dice gli viene da ridere. Replico: come vedete almeno non si è messo a tirare pugni selvaggiamente come vedo spesso fare da alcuni di voi. La verità però è che in fondo è una vera soddisfazione constatare come almeno per la macchinetta delle patatine valga un principio democratico nella distribuzione delle ingiustizie. A proposito dei piccoli piaceri della vita...
Impiego circa 2 minuti per piegare una gru. Fare origami non è solo piegare la carta; è anche un atto di silenzio interiore, fra me e un foglio che si trasforma in pieghe sempre più minute. L’8 ottobre 2011 ho iniziato a piegare mille gru di carta: a queste mille se ne sono aggiunte altre mille, che sono diventate un progetto a scuola per la Pace. Questo blog raccoglie i pensieri nati con gli origami: è una pausa che ci doniamo e che offriamo a chi vorrà fermarsi a piegare un’altra gru con noi.
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