venerdì 28 ottobre 2011

Centottantacinque. Ovvero: ottocentoquindici gocce

Grazie. Grazie ragazzi di terza e grazie "secondini". Per la partecipazione che sento, per aver aderito al progetto delle mille gru e per prendervi parte con umiltà, con entusiasmo, con il vostro colore. I risultati arrivano spesso senza essere sbraitati in discorsi e parole che poi si dissolvono, ma attraverso impercettibili  piccoli passi, minuscole gocce. Questa mattina, dopo aver parlato con Chiara Gribaudo della Fondazione Nuto Revelli, ho avuto la certezza che il nostro percorso può davvero arrivare lontano e dare dei frutti, sento dentro di me una grande energia e il desiderio di farne partecipi più persone possibili. Voglio che le nostre gru riempiano tutta Piazza Galimberti; voglio che migliaia di gru possano frusciare sotto i portici da Corso Gramsci a Piazza Torino; voglio che ciascuno di noi adotti una gru e la tenga nella tasca del proprio cappotto. La pace non è retorica. La pace è questo entusiasmo, è il colore che vedo intorno a me, è la generosità con cui ci diamo ai nostri sentimenti e alle persone che ci sono vicine; è una piccola idea che fiorisce e si espande in una pioggia di fuochi d'artificio. Centottantacinque gru di carta.
Stamattina Gabriele predilige l'arancione e sceglie la carta leggermente crespata, di un bel color zucca con decorazioni bianche e verdine; si siede al suo posto e piega gru precise al millimetro, senza nuppure l'ombra di una piega fuori posto. Qualcuno domanda se mai riusciremo a piegarne davvero mille. Ovviamente sì!! Certo che ce la faremo. E' una certezza ormai granitica, una specie di assioma matematico: in fondo ce ne mancano solo ottocentoquindici... Piccoli passi, minuscole gocce. Con un unico, magico, condimento: fiducia.

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